LO STRESS OSSIDATIVO

PROFILO GENETICO, ONDE ELETTROMAGNETICHE A BASSA FREQUENZA: NUOVI ORIZZONTI TERAPEUTICI

Secondo la Costituzione dell’OMS, il concetto di Salute viene inteso come un evento ampio, multifattoriale che interessa molteplici aspetti dell’essere umano. Questa visione unificante e olistica ha acquisito un argomento di supporto con l’acquisizione delle conoscenze  biochimiche  più  profonde alla base dell’insulto infiammatorio, del danno d’organo, dei fenomeni degenerativi e neoplastici, quello che chiamiamo: la malattia! In questa ottica, anche tutti i meccanismi che presiedono allo stato di NON Salute, hanno un primum movens comune. Questo ruolo importante viene svolto dallo stress ossidativo, meccanismo noto da oltre trenta  anni.  Alla sua  genesi intercorrono  eventi metabolici che provocano accumulo nei tessuti e negli organi di specie reattive principalmente dell’ossigeno, ma anche di altri elementi chimici. L’alterata produzione e accumulo di radicali liberi dell’ossigeno deriva da un aumentato metabolismo  aerobio nei tessuti; lo squilibrio fra la  produzione di questi ultimi e la scarsa presenza di sostanze antiossidanti in grado di neutralizzarle, determina accumulo  di radicali  liberi  provocando  quello che si chiama: stress ossidativo. Un adulto sano consuma in media 250 g di 0 2( dalla sua combustione viene prodotto ATP ovvero il carburante energetico delle cellule nei nostri organi: Quello che consente di svolgere in pratica tutte le attività che compian\o quotidianamente (respirare, parlare, muoverci, fare sport, pensare). Assieme a questo vengono prodotti circa 10 grammi di specie reattive dell’ossigeno: anione superossido, radicale  ossidrilico,  perossido di idrogeno, e in misura minore specie reattive di altri elementi: cloro, azoto. Un individuo sano e in buona salute possiede sufficienti riserve di sostanze antiossidanti in grado di neutralizzare la quota di radicali liberi prodotta. Quando questo non avviene o per eccesso di radicali liberi o per carenza di sostanze antiossidanti si verifica lo stress ossidativo. La elevata reattività chimica dei radicali liberi è la causa ultima dell’ insulto tissutale. Lo Stress ossidativo si osserva primariamente  nelle gravi condizioni settiche, nelle malattie in genere, nei tessuti neoplastici, ma anche in situazioni parafisiologiche come nella vecchiaia e in errate abitudini alimentari e voluttuarie (alcool, tabagismo, diete ipercaloriche sbilanciate). Una alimentazione ricca di vegetali contenenti flavonoidi, polifenoli e una corretta integrazione di vitamina C, A, E e vitamine del gruppo B consente di fornire utili sostanze antiossidanti. Nei tessuti esposti a stress ossidativo si verificano alterazioni quali denaturazioni di proteine, del DNA, alterazioni delle proprietà delle membrane cellulari. Dagli anni ’80 è stato acclarato il ruolo dei radicali liberi dell’ossigeno nella genesi delle placche ateromasiche nelle arterie. Attualmente si attribuisce una rilevante importanza alla misurazione dello stress ossidativo per determinare e valutare la gravità degli effetti e le conseguenze di condizioni patologiche, o semplicemente per valutare lo stato di salute in condizioni di apparente normalità. Questo test, ormai standardizzato ed ottimizzato è  in grado di fornire risposte circa la quantità di radicali liberi presenti riferiti a un range di riferimento ottimale, il test esteso inoltre è in grado di fornire informazioni sulla riserva di sostanze antiossidanti assunte con la dieta o con supplementi. lsuddetti parametri confrontati col dosaggio del colesterolo totale, mediante un algoritmo specifico, forniscono utili indicazioni sul rischio cardiovascolare. Con queste caratteristiche, la misurazione dello stress ossidativo diventa un utile indicatore anche nel campo della medicina preventiva. Assieme alla centralità della misurazione dello stress ossidativo nell’inquadramento di malattie o condizioni predisponenti, si pongono all’ evidenza fattori favorenti non sempre riconducibili a stili di vita o condizioni patologiche preesistenti. Da tempo si studia il ruolo della componente  ereditaria  nella suscettibilità a sviluppare questo stato dismetabolico cellulare. Condizioni ereditarie in grado di limitare o condizionare l’efficacia dei cicli metabolici nella biochimica cellulare vengono studiate oggi con crescente attenzione. Queste condizioni possono essere sospettate primariamente proprio per l’eccesso di radicali liberi che si accumulano nell’ organismo, determinando condizioni predisponenti lo sviluppo di malattie. La difficoltà a integrare alcuni cofattori mediante processi di metilazione condiziona in maniera più o meno grave la sintesi di importanti mediatori dei processi metabolici cellulari, alterando o modificando importanti processi biochimici con una vasta gamma di disfunzionamenti. È il caso dei polimorfismi (ovvero varianti) che si riscontrano nei geni della metiltetraidrofolatoreduttati (MTHFR) i quali danno  luogo a  enzimi di  minore efficacia. Le metilazioni  sono un importante processo metabolico che interviene nel nostro organismo per moltissime attività: dalla regolazione del sistema immunitario, ai processi di detossificazione, dalla riparazione del genoma, allo sviluppo dell’ embrione,  dalla produzione di neurotrasmettitori, alla maturazione e differenziazione del sistema nervoso, dai meccanismi che presiedono la cascata coagulativa, ai fenomeni degenerativi legati a malattia e invecchiamento. L’individuazione per tempo di queste varianti genetiche consente un intervento terapeutico efficace mediante implementazione nella dieta di opportune vitamine metilate per consentirne l’ efficace utilizzo nel ciclo metabolico. Alla base degli effetti patogeni delle specie reattive comunemente dette radicali liberi, è la carica elettrica negativa che va a incidere sulle strutture cellulari e sulle molecole circostanti, alterando la permeabilità di membrana cellulare e la circolazione dei fluidi. È nota l’importanza del ruolo delle  proprietà  elettrochimiche ed  elettromagnetiche svolte dai tessuti e dai fluidi del nostro organismo. Oltre agli organi e tessuti di cui si conosce il funzionamento mediante meccanismo elettrico o differenza di potenziale, ogni tessuto umano è suscettibile all’influenza di campi elettromagnetici. Da tempo vengono studiati gli effetti nocivi dei campi magnetici ad alta intensità. Più di recente è stato individuato e studiato un effetto terapeutico nei campi elettromagnetici a bassissima intensità (ELF-EMF) e opportunamente modulati. La loro applicazione in molte condizioni patologiche è in grado di influire in maniera positiva su quadri infiammatori locali o generalizzati e su condizioni di iperalgesia attraverso un meccanismo di ionorisonanza. Questo approccio terapeutico ha un effetto di abbattimento dello stress ossidativo. I campi elettromagnetici prodotti svolgono una funzione protettiva inducendo la produzione delle heat shock proteins, proteine che offrono protezione alle cellule sottoposte a stress di varia natura e producono un effetto antinfiammatorio riducendo la produzione di citochine ed esaltando l’attività della proteina antinfiammatoria Nrj2. A questi meccanismi è probabilmente riconducibile  l’attività inibitoria che si osserva su alcune linee cellulari neoplastiche. Gli effetti terapeutici si esplicano anche sui tessuti, favorendo un effetto rigenerativo. Il fenomeno  osservato  su  tessuto osseo in caso  di osteonecrosi e ridotta rigenerazione dopo fratture, è stato rilevato anche su cellule staminali mesenchimali, su  tessuto cartilagineo, muscolare,  cutaneo e mucoso. Rigenerazione e differenziazione è stata osservata anche nel tessuto nervoso. Il Sistema nervoso centrale trae giovamento da questo approccio per le patologie degenerative e immunomediate. Da un punto di vista più generale si registrano effetti positivi nelle applicazioni per migliorare il tono dell’umore e del comportamento e in generale per i disturbi legati all’ attività cerebrale: ritmi sonno-veglia, disturbi dell’ attenzione, regolarizzazione dell’attività. L’applicazione di questa tecnologia sta aprendo prospettive nuove e risposte molto efficaci ai bisogni dei pazienti.